Le emozioni e il trading: misurarsi con la paura di perdere soldi

Le emozioni e il trading: misurarsi con la paura di perdere soldi

22 Giugno 2021 0 Di Vincenzo

E’ certo, e la finanza comportamentale lo dimostra, non riuscire a gestire la paura, la rabbia, lo sconforto o l’avidità, come tutto lo spettro delle emozioni legate alle attività che svolgiamo sui mercati finanziari può condizionare drasticamente il modo in cui investiamo i nostri risparmi.

La gran parte dei trader è convinta che tutto quello che bisogna fare è trovare la strategia “giusta”, cosa, però, più facile a dirsi che a farsi; poi, inserite in macchina le posizioni, con l’arrivo della prima correzione e vedendo improvvisamente diminuire il valore dei trade, si decide di tirarsi indietro.

Niente di più sbagliato: un operatore navigato dovrebbe invece cercare di rimanere calmo, forte delle proprie considerazioni e del proprio piano operativo di più lungo termine.

La paura di perdere soldi: amica o nemica ?

Anche questo è un dato di fatto: alle persone non piace perdere soldi. D’altro canto, la gente tende a dare più importanza ad una perdita che ad un guadagno.

Per questo la paura di perdere denaro ha un impatto notevole sulle decisioni di un investitore. Parliamo della “avversione alla perdita”, definita come la naturale inclinazione ad evitare i loss quando sia possibile.

Così di solito non si accetta una sconfitta, cerchiamo di evitarla anche se comporta l’assunzione di un rischio maggiore, mentre altri decidono addirittura di non investire, lasciando i soldi in banca.

La paura di perder soldi intralcia la volontà di prendere quei rischi che sono alla base per guadagnare. L’entità e l’esposizione al rischio sono infatti i fondamenti di una strategia di trading in linea con le aspettative, le capacità e i timori di ognuno.

D’altra parte, non muoversi non significa necessariamente non rischiare, ma anche perdere delle chiare occasioni di profitto. Nella realtà, il capitale di tutti noi corre sempre molti pericoli, visto che i soldi fermi sul deposito sono in primis esposti all’inflazione.

Comunque, non è solo la paura ad accompagnare il trader al desktop, ci può anche essere il cosiddetto effetto “framing”, che  determina le nostre decisioni a seconda della maniera in cui fattispecie identiche vengono “incorniciate” (framed).

A causa dell’effetto framing tendiamo a concentrarci troppo sulle perdite di breve periodo, senza  considerare l’andamento di un operazione nel lungo periodo, temendo eccessivamente le oscillazioni del titolo, dell’azione, del pair forex o di una criptovaluta, nel momento in cui il wallet andrebbe interpretato nel suo insieme, con valutazioni che tengano conto di un adeguato lasso temporale.

Trasformarsi in freddi calcolatori ?

Investire senza emozioni non è una cosa semplice, ma ci sono aspetti che potrebbero aiutarci: capire la propria tolleranza al rischio, posto che si tratta di una variabile mobile e non immutabile nel tempo, è di per sé un primo ed importante step verso comportamenti razionali, che più facilmente permettono di comprendere i mercati e tutto quello che ruota attorno le tendenze rialziste e ribassiste.

Fatto questo e impostata una strategia, da non modificare in corso d’opera, salvo eventi eccezionali, molto probabilmente otterremo performance migliori.

Come trader retail, bisognerebbe prestare attenzione affinché le nostre decisioni siano coerenti con la nostra visione e il nostro piano operativo, a prescindere da come vengono presentate le singole situazioni dai mainstream media.

Il rischio non può essere eliminato, in quanto è parte integrante della vita di chi opera sui mercati finanziari, consapevole che può adottare delle contromisure con un ragionevole money management per radiare l’azzardo e ridurre al minimo i rischi.